sabato 9 febbraio 2013

Al supermercato con l'economista mascherato

Del libro L'economista mascherato ne avevo parlato qui.
Ora che l'ho finito devo ammettere che certi argomenti, per quanto trattati in modo semplificato, a me risultano lo stesso un po' ostici.
Ma quando si parla di marketing, supermercati...e cibo biologico, le antenne mi si drizzano.

Il libro parla di "price-gouging", cioè l'effetto che sia quando il venditore ricarica sul prezzo approfittando del fatto che:
- il prodotto è poco presente (scarsità di risorse)
- lo vendono in pochi (scarsità di competizione)

Ne parla a proposito del CIBO BIOLOGICO.



Lo vediamo ogni giorno nei supermercati. Il cibo definito biologico è più caro. Eccome.
Tralasciamo per un attimo l'insensatezza di parlare di "cibo biologico": tutto il cibo è "biologico", se per biologico intendiamo "relativo alla biologia". Si aprirebbe un lungo discorso sul linguaggio e su come lo usano per convincerci a comprare le cose più strane.

Torniamo a noi.
Leggendo il libro di Harford ho pensato "cavolo ma questo lo sapevo anch'io"...eppure...eppure non sempre ci facevo caso.




....nel negozio XX Di Washington, il grande e lussuoso reparto frutta e verdura ospita uno accanto all'altro sia i prodotti bio sia quelli  coltivati in modo tradizionale, ma sempre affiancati da un prodotto completamente diverso. Le banane biologiche stanno accanto alle mele convenzionali, l'aglio bio accanto alle cipolle convezionali. Non troverete mai le banane o l'aglio bio acanto a quelli convenzionali. Il confronto immediato dei prezzi schiuderebbe gli occhi dei consumatori. ... (cit.)





Indovinate cosa ho fatto la volta successiva che sono andata al supermercato?
Esatto. Ho fatto caso a questa cosa.
Ed è vero. Sarà banale, e in effetti a guardarci un attimo si vede subito. Eppure. Eppure non sempre ci si fa caso.


Semplice e chiaro: il confronto immediato dei prezzi schiuderebbe gli occhi dei consumatori.
E quindi rendono il confronto più complesso.



Provate a guardarci, alla prossima spesa. magari il vostro supermercato è diverso, e non usa questa strategia. O magari sì.
Con questo non voglio dire di non comprare il cibo biologico, ma di stare attenti.
Non sempre (leggi: quasi mai) il ricarico di prezzo che ci fanno sopra è giustificato dal "maggiore lavoro" che richiede l'alimento.

Il supermercato ottiene un  grosso vantaggio, esponendo il cibo bio in maniera "incasinata" e con un prezzo spesso assurdo.

Rendendo difficile il confronto dei prezzi, e alzando il costo del bio, ottiene molte informazioni sui consumatori:

- vedrà quanto mercato ha il biologico caro: cioè scoprirà se c'è un buon bacino di consumatori che non badano al prezzo, se pensano di avere la qualità maggiore

- vedrà quanti utenti sono attenti al prezzo: scoprirà quanti consumatori, in media, scelgono il prodotto meno caro. Sono attenti al prezzo? O non interessati al bio?


Per scoprirlo basterà al supermercato creare una linea bio con prezzi leggermente più bassi di quella "top", e vedere se vende.

In questo modo il supermercato avrà raccolto moltissime informazioni, e potrà sfruttarle per aumentare i suoi profitti.
Se ha una clientela "distratta", che compra un po' a caso.
Se ha una clientela "attenta", al prezzo o al biologico.
In base a questo...amplierà l'offerta di certi prodotti e ne eliminerà altri.
E adeguerà anche i prezzi, vedendo quanto ricarico può permettersi, e vendere comunque un certo prodotto "speciale".



Questo discorso, il te lo faccio pagare di più perchè a me costa tanto (e soprattutto perchè ho visto che lo compri lo stesso), sarà l'oggetto del prossimo post, a proposito dei biscotti Mulino Bianco. 




sabato 2 febbraio 2013

L'economista mascherato. Una lettura interessante



Sottotitolo: L'insospettabile logica che fa muovere i soldi

Lo conoscete? Lo avete letto?


E' stato scritto qualche anno fa da T. Harford, giornalista di origini inglese, che ora vive negli USA. Della sua biografia ci può importare che: è stato consulente economico di alcune grandi compagnie petrolifere,  ha collaborato con la Banca Mondiale, e insomma..si occupa pesantemente e seriamente di economia.

Ora, io sono una grande lettrice, ma l'economia non è mai stata tra le mie tematiche preferite.
Anche perchè spesso i libri che trattano l'argomento sono troppo tecnici per me.
Ultimamente però sto cercando di informarmi meglio, partendo da testi di stile più divulgativo.
Ecco il perchè di "L'economista mascherato".
In questo "saggio" l'autore esplora il mondo dell'economia e di "come girano i soldi".

I ragionamenti sono piuttosto interessanti, per esempio risponde alla domanda: chi paga davvero il vostro caffè? Perchè il caffè equo e solidale costa di più? Perchè i supermercati dispongono i prodotti in un certo modo?

Certo, alcuni discorsi sono calati nel mondo americano, e non completamente trasferibili nel nostro. Ma è una lettura che dà da pensare.

Alcune idee le avevo già lette e altre le avevo anche intuite da sola...ma rileggerle scritte bene, e in modo chiaro, aiuta sempre.

Io ho trovato il libro in biblioteca, non dubito che possiate farlo anche voi o acquistarlo in una qualsiasi libreria, ma intanto voglio condividere alcune piccole cose che ci riguardano.
Ci riguardano  come consumatori, come clienti di negozi e supermercati. Come persone che vogliono capire un po' meglio come spendono i loro soldi.

Nel prossimo post vedremo cosa dice Harford a proposito di banane biologiche e non. E aggiungerò la mia personale esperienza con un addetto al servizio clienti del Mulino Bianco.