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giovedì 28 aprile 2016

Minsgame settimane 2 e 3. Sembrava più difficile

Ero partita con l'idea, vaga, che sarebbe stato un po' difficile per me seguire davvero il minsgame.
Semplicemente mi sembrava di aver già sfoltito, eliminato, potato, abbastanza.
Mentivo? no.
Ma è passato del tempo...e il tempo fa cambiare le cose.
Accadono eventi, si modificano priorità.
E così succede che, per esempio, la libreria che mi pareva tanto sfoltita e libera...è diventata fonte di tanti, ma tanti oggetti da dare via.

Molto è in vendita / venduto.
Altro è stato donato in giro e regalato a persone varie.
Altro è diventato spazzatura.
Tanti tanti oggetti.
Complice la nuova destinazione di una stanza dell'appartamento, complice il desiderio di semplificare e di avere, un giorno, quando prima o poi spero traslocheremo, meno scatoloni di roba da portare qua e là.
Che tanto, quel che mi serve e quel che davvero voglio ce l'ho. Il resto è prescindibile.
Alcuni "oggetti" son in realtà gruppi;: cartoline, foto, faldoni di carta. A contarli uno a uno diventavano migliaia pezzi, altro che #minsgame!!!

Settimana 2: miscellanea di oggetti


8.fotografie e cartoline
- 3 cavi che non si usano più- 4 vestiti che mi hanno passato per il bimbo..ormai troppo rotti per usarli anch'io
9.- cintura borchiatissima (venduta)
- raccoglitore
- 3 libri buttati
- 1 set di candele profumate puzzolentissime,
- cellulare rotto da anni
- 2 custodie per occhiali
10.- 8 libri (vendita)
- pentola inutile (regalata)
- 1 scatolina con incensi (regalata)
11.- 10 riviste
- candela colorata
12. palette di ombretti (si dice così?).
- una decina di bustine varie di tisane "miste".
- una confezione di nescafè.

13. - 5 piatti enormi (regalati), centrifuga rotta (buttata), 3 pentole assurde (donate), faldone di carta da “riciclo” regalato al nido, 1 carrellino da cucina (mercatopolizzato), 2 pacchetti di caramelle fossili
14 - 2 vasi da fiori
- 2 scatole in metallo (le infide scatole che tieni per oggettini ancora più infidi. Via scatole, nessuna scusa per tenere oggettini)
- portafogli
- profumo da uomo (venduto)
- calamita da frigo (io odio le calamite da frigo)
- confezione di sali da bagno (io non ho la vasca...)
- 1 custodia di plastica
- 2 paia di slip
- collanina (mercatopoli)
- 2 sottobicchieri inutili (nido per lavoretti)


Settimana 3: trionfo di libri e balsami!!!!

15- 6 cassette di cartone ormai inutili
- 2 profumi da uomo (donati)
- 2 mollette mezze rotte
- 1 pirofilina crepata (uff..colpa mia!)
- calzini+maglietta+ pantaloni da bambino troppo piccoli

16 + 18 35 tra pentole e stoviglie date via
17 17 libri buttati (edizioni oscene, mezze rotte)
18 vedi 16

19 10 libri buttati, 6 donati, 3 venduti

20 -5 bottiglie di vetro
- 5 mucchietti di roba turistica tenuta per ricordo
- gioco gigante regalatomi per il bimbo...donato all'asilo nido dove hanno più posto
- mascara insensato
- reggiseno che non regge
- oggetto non identificato..forse in una vita passata era stato una specie di borsa
- deodorante esaurito trovato in auto
- auricolari odiosi che non ho mai imparato ad usare
- custodia di cd
- ciondolone metal
- calza della befana, tenuta per usarla a scuola. Ma siamo ormai a maggio.
21 libri (venduti)


giovedì 15 ottobre 2015

...sono soddisfazioni.

Oggi ho (s)venduto quasi 50 libri. Quarantanove, in realtà, per la precisione.
In cambio ho ricevuto 50 euro.
Ho svenduto, certo, erano quasi tutti volumi praticamentei intonsi, cartonati, con la loro bella sovracopertina.
Chi li ha comprati li passa a un amico che ha una bancarella non so dove, che li vende a peso o a poco, non ho capito e non è, in realtà, cosa che mi riguardi.

Io ho:
- liberato spazio
- guadagnato 50 euro

Due cose molto positive, entrambe.

Perchè quei libri erano lì a impolverarsi, in attesa che qualcuno li comprasse, per quanto a prezzo già basso non riuscivo a darli via, o ci sarebbero voluti altri mesi e mesi.
E 50 euro non mi fanno schifo, no, che io con 50 euro ci pago la spesa, o almeno quei 4-5 pacchi di pannolini, per esempio.

Qualcuno mi ha detto "ah ma li hai svenduti, ah ma poi lui se li rivende...", e so anche che c'è chi mi direbbe "perchè invece non li hai regalati, allora".

Che dire, sul fatto che li ho svenduti, lo so. Ma tenerli lì ammucchiati sullo scaffale non è che fosse proprio questa idea geniale, no?
Sul fatto che chi li ha presi li rivenda....e allora? Sono SUOI, ora. Può farci quello che vuole, una scultura astratta, una donazione alla biblioteca, un mercatino.
Quando un oggetto se ne va da casa nostra, perchè venduto, regalato, abbandonato vicino a un cassonetto, non è più nostro. Non ci riguarda più quello che ne faranno gli altri, è loro diritto usarlo come vogliono, e darlo ad altri, se vogliono.
Non è un bambino, non è un animale domestico: il libro è un oggetto, chi lo possiede ne farà l'uso che vuole.
Avrei potuto regalare questi libri? Penso di sì, ma non l'ho fatto.
Sono una specie di Scrooge de noartri? Mah, no, non mi sento così.
Ho regalato tante cose, ne ho "lasciate" in giro altre che sono sparite in pochi minuti.
Ma quando posso, vendo. Perchè 50 euro mi fanno comodo, e dico sul serio.
Ho in mente, da qualche mese, l'ambizioso progetto di sostituire le mie scarpe con un altro paio, per esempio.
Sì, porto per tutto l'anno lo stesso paio di scarpe, usando calzini sottilissimi d'estate, di caldo cotone ora e di lana e pile l'inverno.
Ormai però queste scarpe si stanno usurando, e vorrei sostituirle.
E visto che le scarpe che prenderò saranno LE scarpe...non credo che potrò trovarle proprio a buon mercato, e almeno un centinaio di euro passeranno da me al negoziante. Anche perchè ho in mente un paio di modelli che mi interessano, materiali buoni, scarpe resistenti e comode...devo solo provarle per bene e vedere quali calzano meglio. E in entrambi i casi, il prezzo è poco più di 100 euro. Che non è affatto poco.
I 50 euro guadagnati coi libri rientrano nel progetto "la scarpa".
Sono soldi "extra", che non vanno a pesare sul bilancio familiare, e saranno investiti così. E non mi sento in colpa ad aver svenduto libri che non amavo, che avevo in gran parte "ereditato" (da mia mamma, da gente che non li voleva più e li dava a lei), che erano regali sgraditi, libri per me INUTILI.
Se riuscirò a trasformarli in scarpe (con l'aggiunta di qualche altro piccolo extra, se mi pagano gli articoli...), per quanto mi riguarda quei libri avranno svolto egregiamente la loro funzione nella mia vita.

mercoledì 19 agosto 2015

Io e Marie Kondo. Il magico potere del riordino...e Fight club


Questo è uno dei miei brani preferiti di “Fight Club”. Uno di quelli che condivido pienamente.

Compri mobili. Dici a te stesso, questo è il divano della mia vita. Compri il divano, poi per un paio d’anni sei soddisfatto al pensiero che, dovesse andare tutto storto, almeno hai risolto il problema divano. Poi il giusto servizio di piatti. Poi il letto perfetto. Le tende. Il tappeto.
Poi sei intrappolato nel tuo bel nido e le cose che una volta possedevi, ora possiedono te.

E così, alla fine sono approdata anch'io alla lettura di questo best seller nipponico (Il magico potere del riordino, ça va sans dire)
Ero incuriosita, viste le recensioni contrastanti: chi l'ha trovato utilissimo, chi insensato, chi troppo legato a una cultura diversa dalla nostra, chi troppo estremo e chi stimolante.
Io sono arrivata a leggerlo ora che è arrivato in biblioteca, e nel frattempo avevo già visto in giro opinioni e recensioni: partivo quindi con alcune idee e aspettative, che potrebbero avermi condizionata nella lettura.
Ma veniamo al libro.
Nella prima parte M. Kondo racconta (suppongo in maniera romanzata ed enfatica) la sua progressiva “scoperta” dell'arte del riordino.
Da psicologa, se avessi incontrato la Marie ragazzina, avrei voluto fare due chiacchiere con i suoi familiari, ma va beh.
Insomma, la prima parte è dedicata a spiegare la filosofia della faccenda, in maniera piuttosto spiccia e molto direttiva.

Ecco, la direttività, il tono quasi sempre imperativo sono una caratteristica del libro che può piacere molto (a chi vuole essere spronato) o irritare (chi non ama quelli con la verità in tasca). A me ha lasciato un po' così, trovo alcuni discorsi un po' tagliati con l'accetta, e altri (se ti vesti bene in casa ti sentirai meglio, se ti vesti in tuta “diventerai una donna a cui si addice la tuta”) sono cose già sentite più e più volte e possono essere più o meno condivisibili.

Diciamo che alla prima parte ho dedicato un'attenzione altalenante.
Il mio scopo nel leggere questo libro era: trovare nuovi spunti per alleggerire ulteriormente casa mia.
Non sento il bisogno di consigli particolari sul riordino (in effetti non mi interessa neanche la piegatura dei vestiti e cose così), cercavo più che altro qualcosa che mi desse un punto di vista nuovo, come un nuovo paio di occhiali attraverso cui guardare le cose.
Perchè, pur essendo una buona declutteratrice, ho come la sensazione di “non vedere” alcune cose, avendole sott'occhio sempre.

E così sono passata ai capitoli “operativi”.

Alcuni suggerimenti kondiani sono:

- lavorare per categorie di oggetti e non per stanze: utile per alcune categorie di cose che in effetti ho un po' sparse in stanze diverse (esempio cancelleria e carta), per il resto categoria e stanza tendono a coincidere

- fare tutto per bene in una volta e non a pezzi: secondo lei se vai per gradi finisci per ...non finire mai.
Su questo ho riflettuto e sto riflettendo, e credo che farò a modo mio: ho già fatto un lavoro bello grosso e ora stavo lavorando a piccole cose, ma ho deciso di fare un'altra bella passata “grossa”. Poi però credo che continuerò il mio costante piccolo lavoro quotidiano, perché è bellissimo pensare che fatto una volta sto lavoro poi non lo fai più...ma la roba inutile si insinua in casa anche se io non compro nulla, e poi c'è sempre qualcosa che si consuma, o che perde di funzione...e quindi...con buona pace di Kondo io farò così.

- piegare i vestiti in un certo modo, e non annodare calze e calzini... Su questo non mi pronuncio, la piegatura in verticale non mi interessa (ho abbastanza poche cose da non dover cercare di fare spazio) e trovo comodo annodare i calzini o farne “patate” ...e su questo proprio non mi sento in vena di cambiare.

- buttare: ecco, io magari preferisco provare a vendere regale donare. Kondo suggerisce di buttare e via. E magari in certi casi ha ragione, se no si rischia di rimanere invischiati nel “lo tengo per darlo a...”. Io mi do un tempo limite, se entro quello non ho venduto o regalato, finisce ai mercatini delle associazioni o vicino al cassonetto. O dentro al cassonetto, anche.

Poi ci sono consigli su come liberarsi /gestire fotografie e oggetti ricordo vari, e consigli su come organizzare la casa: non comprare inutili divisori e contenitori, non stipare roba ovunque....
Insomma tutte cose sensate, per carità, ma non nuove.
Sarà che mi sono già liberata di foto e oggetti vari, tenendone una minima quantità, sarà che condivido in pieno il NON comprare inutilissimi divisori e organizer e contenitori per stivare roba...riduci la roba e vedrai che la sistemi benissimo in quello che hai!!!, sarà questo o sarà che mi aspettavo troppo, ma alla fine mi sembra un libercolo carino ma niente di che.

Non l'ho trovato particolarmente estremo, se non per il fatto che esorta a “buttare”...ma se prendiamo il “buttare” in senso più lato (includendo il solito vendi regala dona) allora mi sembra tutto molto logico e normale (N.B. NON la parte sui documenti. In Italia funziona diversamente, ma basta guardare su internet e si vede per quanti anni conservare cosa).

E così...leggere Marie Kondo non mi ha dato particolare ispirazione, ma è stato comunque piacevole. Ho trovato scritti da lei pensieri che condivido, ma che a volte non ho espresso a me stessa in modo ordinato, e trovarli nero su bianco aiuta sempre.
In ogni caso, ad essere sincera, più che la Kondo per me è stato utile, anni fa, e lo è ancora, di nuovo Palahniuk. E pensare che Fight club non è neanche il suo romanzo migliore.
Eppure questa frase la ricordo sempre.

Tutto quello di cui potrai mai andare fiero finirà buttato via

Ecco. Questo, per me, è di sprone. E mi aiuta. Ma ne avevo già parlato qui.


Questo il libro di M. Kondo:

giovedì 16 luglio 2015

Considerazioni da fare prima di (s)vendere online



Dopo aver fatto operazione di decluttering in casa, spesso saltano fuori oggetti o libri in buono stato di cui ci si vorrebbe sbarazzare, ma come?
Si possono regalare, o si può provare a vendere.
In quest'ultimo caso ci sono alcune considerazioni da fare, secondo me.

Prima di tutto...pensate un attimo a qual è il vostro scopo principale:
- volete liberarvi dell'oggetto tirando su qualche soldo?
- o volete vendere a un certo prezzo (altrimenti niente)?

Sono due opzioni diverse.
La seconda possibilità secondo me ha senso soprattutto se:
- non avete fretta di vendere
- vendere l'oggetto non è per voi una priorità: se lo vendete a un prezzo che vi sembra “equo” bene, se no ve lo tenete
- avete un oggetto di valore (gioiello, libro antico e simili) e vi rivolgete a una certa nicchia di acquirenti.

In questo caso, francamente, non so se consigliarvi la vendita online. O comunque non su generici siti di annunci.
Rischiereste di perdere solo tempo, e pazienza.


1. Chi compra oggetti usati vuole risparmiare
Se una cosa costa 40 euro, difficilmente chi la compra da voi usata vorrà spendere più di 15 (20 a dir tanto).
Consideratelo, prima di mettere in vendita un oggetto.
Molto probabilmente l'oggetto che a voi era costato 40 lo venderete facilmente se lo mettete a massimo 10. E ci sarà anche quello che vi chiede lo sconto.


2. Per vendere online ci vuole tempo
Bisogna scrivere l'annuncio, cercando di essere dettagliati e precisi su:
- tipologia di ottetto
- condizioni
- metodi di pagamento
- prezzo
- metodo di consegna
Poi si aggiunge la foto dell'oggetto.
Poi si pubblica l'annuncio e si aspetta. Anche dei mesi
A quel punto, sappiate che:

3. Per vendere online ci vuole pazienza
Possono passare poche ore o molte settimane, prima che qualcuno vi contatti.
E anche quando lo faranno, nonostante abbiate scritto un annuncio, con foto, come questo:
“ Vendo 5 romanzi di Marquez,.titoli etc etc. edizione cartonata, mai aperti.
Prezzo 3 euro l'uno, spedizione con piego di libri ordinario inclusa.
Se acquistati tutti e 5 insieme, il prezzo è di 13 euro, spedizione con piego di libri ordinario inclusa.
Spedisco solo. Accetto solo pagamenti via paypal.”
...ci sarà sempre chi vi scriverà cose tipo:
- vendi anche romandi di Stefano Benni?
- Non è che fai consegna a mano? Io abito a Torino, ho visto che tu sei a Roma, ma se passi di qui...
- Se li compro tutti e 5 insieme, mi fai 10 euro?
- Quali libri sono?
- Posso pagarti alla consegna?
- Non ho paypal, posso pagare in un altro modo?
E così via....
A quel punto vi chiederete se avete scritto in ostrogoto. Non è così.
Pazientate. A queste persone vedete voi se rispondere o meno.

4. Ci sarà chi vi chiede lo sconto
Come da punti 1 e 3, ci sarà chi, dopo che voi avete deciso un prezzo..vi chiederà di abbassarlo ancora.
Qui sta a voi. Volete sbarazzarvi della cosa in questione al più presto? Accettate.
vi sembra di svendere eccessivamenet? Declinate.
Purtroppo quando si pubblicano annunci nei siti di compravendita tra privati, pare che sia “normale”, per molti acquirenti, chiedere lo sconto.
Io personalmente rifiuto.
Per scelta, io parto già da prezzi bassi (dico davvero, bassi), e non scendo sotto quelli.

Qualcuno, qualche tempo fa, mi diceva: “quando ti vedo vendere online i tuoi libri (o altre cose) a quei prezzi, penso che li stai svendendo. Io non lo farei.”
Questa è una questione molto personale, ma va considerata.
Cosa vuol dire per voi, svendere?
Un libro acquistato a 15 euro qualche anno fa, e rivenduto oggi a 5, è svenduto? E venduto a 3?

Io mi regolo in questo modo.
Se si tratta di oggetti che:
- non uso / non voglio più / non leggerò o rileggerò
- non sono “particolari “ (prime edizioni, gioielli “veri” etc.)
….io svendo.

Ho provato, per un po', a vendere i miei libri usati a un prezzo che mi sembrava ragionevole.
Niente. Ne avrà venduto 1 su 20.
Dopo un po', vedendoli ancora lì' nella libreria, nella zona “in transito”, mi sono detta che potevo anche abbassare i prezzi. Tanto a tenermeli in casa non ci guadagnavo di certo.
In questo modo ne sto vendendo parecchi.
Significa tirar su pochi soldi a pezzo (magari 1 euro o 2 a libro, tolte le spese per spedirli). In questo modo però mi sto liberando di oggetti che tanto non volevo più.
E comunque, alla fine, quei 40-50 euro che ritornano in tasca dopo un po' di vendite...non fanno mica schifo.
Certamente ho svenduto. Ma a me va bene così.
Ho ragionato da “pochi, maledetti e subito” e non mi sono pentita.
Direi che l'importante è questo: non fare le cose controvoglia.
Ognuno valuti come si sente meglio, e decida se mettere o meno quell'annuncio di vendita.

giovedì 17 luglio 2014

Decluttering estivo...un oggetto al giorno, sempre!

Quest'estate, per una serie di circostanze ho più tempo libero del solito, e contemporaneamente non posso spenderlo come vorrei.
Devo starmene molto tranquilla e molto in casa.
E così...nella solitudine della mia casina, che fare? Decluttering.
Il mio progetto di far fuori un oggetto al giorno non va in vacanza, insomma.
Anche perchè avendo tanto tempo in casa, da sola...ho anche tanto tempo per vedere le superfici, gli scaffali...e gli oggetti che li ingombrano.
E così, eccomi dopo un bel po' ad aggiornare il progetto decluttering per un anno: sono passati altri 75 giorni dall'ultima volta.
E dunque, ecco cosa è uscito di casa:

Messo in vendita: 42 oggetti


- 37 libri
- 5 capi di vestiario

Regalato: 10 oggetti
-2 confezioni di detersivo
- 8 libri

Buttato: 22 oggetti

- 9 pentole/padelle
- grattugia che non gratta
- tagliere mezzo rotto
- goniometro rotto 
-10 libri


Totale 74 oggetti. Più o meno ci siamo.

Totale generale:

Messo in vendita : 109 oggetti
Regalato: 56 oggetti
Buttato: 52 oggetti

Sono soddisfatta,  217 oggetti in 221 giorni. Se anche non arriverò a 365/365 non posso lamentarmi.

L'altra grande soddisfazione è che, osservando con occhio critico quello che GIA' è in casa mia, sono diventata ancora più restia a portare roba nuova dentro casa.
Non compro nulla che non mi serva, se mi regalano / propinano qualcosa che in realtà non voglio me ne libero appena possibile.
E questo mi piace.
Mi piace fare meno fatica a mettere in ordine, avere in giro meno cose che non mi interessano, risparmiare soldi da acquisti non necessari.

martedì 6 maggio 2014

Come liberarsi di un libro (in modo non violento) + L'esperienza con Libraccio

Ok, ho mentito.
In realtà partirò subito dal modo più brutale e violento in cui ci si può liberare di un libro.
Buttarlo.
E' possibile. Non è una cosa così terribile. E io amo i libri.
Ma i libri sono anche oggetti. E un oggetto rotto, inservibile, orripilante...si può buttare.
Certo, è un'azione estrema.  E un amante dei libri (o un'amante, come me), non ama questa soluzione.
Ma in certi casi...è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.
Almeno che lo si faccia per bene: carta nella carta. Vale a dire, carta, copertina cartacea, fascette sempre cartacee...tutto nell'apposita raccolta differenziata.
Ecco. E anche il lato brutale è stato affrontato e si può andare oltre.
A cose più piacevoli.
Prendiamo un libro. Che non ci piace. Che non ci serve più. Che non abbiamo nessun motivo per tenere.
Un libro che vogliamo far uscire da casa nostra.
Cosa possiamo fare?
Dipende da un po' di cose:
- quanto tempo vogliamo dedicare alla faccenda
- quanto ci interessa provare a tirar su qualche soldo
- quanto ci interessa la destinazione del libro
- quanto vogliamo sbarazzarcene in fretta.
Si apre un ventaglio di possibilità.
Alcune solo le stesse che si hanno per altri oggetti:


Regalare/donare

1) Ad amici, parenti, colleghi...
- Pro: possiamo scegliere a chi dare il nostro libro
- Contro: bisogna pensare a chi darlo
- Sperimentato: sì. Lo faccio solo in casi "sicuri". Primo, amo i miei libri e se li regalo spero siano apprezzati, secondo, non voglio intasare le case altrui con cose che non vogliono.

2) Utilizzando facebook. Es. i gruppi "te lo regalo se vieni a prenderlo",ce ne sono  per ogni regione.

- Pro: il libro va a chi lo vuole. Non ci si deve preoccupare del " a chi posso darlo?"
- Contro: serve facebook,e un po' di tempo per stare dietro alla cosa.
- Sperimentato: no.

3) Biblioteche
- Pro: come sopra.
- Contro: le biblioteche non sempre accettano libri (ne hanno altre copie etc.)
- Sperimentato: sì, non sempre va a buon fine e richiede tempo.

4) Zone di "liberazione libri" o bookcrossing.
Si lascia il libro nell'apposita zona (scaffali, panchine, angoli vari).
- Pro: si lascia il libro alla comunità
-  Contro:
- Sperimentato: sì, in un supermercato che frequento c'è una zona "libri gratis".

Regalare/donare ci permette di liberarci dei libri relativamente in fretta (dipende dai casi).

Ma siccome la crisi si fa sentire eccome, io, che sono una brutta persona venale e materialista, spesso preferisco provare a...

Vendere

1) Ebay: funzionamento solito. Ci si iscrive, si fotografa il libro, si descrive in che stato è, si fa il prezzo.
- Pro: si guadagna qualcosa.
- Contro: per farsi un nome su ebay ci vuole un po', le spese di spedizione alzanoil prezzo, cosa che può scoraggiare gli acquirenti.
Ci vuole tempo. Su ebay non tante persone cercano libri.
 - Sperimentato: sì. Porta via troppo tempo, per me. Non credo che lo userò ancora.

2) Ebay annunci: come su ebay, account, foto e così via.
Più facile che si possa consegnare a mano.
- Pro: si guadagna qualcosa. Con consegna a mano, niente spese di spedizione, e quindi meno costi per l'acquirente.
- Contro: il tempo per fare foto e annuncio. Il mercato è più piccolo di ebay. I libri non sono tra gli oggetti più cercati.
- Sperimentato: sì. Meno impegnativo di ebay, ma con un bacino di utenza più piccolo.

3) Mercatopoli: si cerca il negozio più vicino,si portano i libri. Loro guardano se li vogliono o no. Se li prendono, funziona in conto vendita: il negozio tiene l'oggetto per un periodo di tempo e fissa un prezzo. Se vende, a voi daranno il 50% del ricavato (entro un anno dalla vendita). Se non vende, dopo un tot di tempo o riprendete l'oggetto, oppure loro lo danno in beneficenza.
- Pro: si guadagna qualcosa. Una volta portato l'oggetto, non dovete più preoccuparvene.
-Contro: si guadagna "solo" il 50% del ricavato, e mercatopoli non vende mai a prezzi alti.(Diciamo che un libro cartonato lo vendono sui 6-7 euro, se in ottimo stato, quindi a voi ne vengono 3-4).
Dovete essere voi a passare dal negozio ogni tanto per sapere se hanno venduto o meno.
- Sperimentato: sì. Al momento sono soddisfatta. Non guadagno cifre incredibili, ma il tempo investito è minimo e comunque mi piace che qualcuno si prenda i miei libri, anche spendendo poco!

E ora...le new entries:

4)Librerie libraccio / Libraccio.it : Libraccio è una catena enorme di librerie dell'usato. E' possibile presentarsi in negozio per far valutare i propri libri o utilizzare la versione online (vedi link).
Io parlo solo della versione online.
Dunque. Una prima analisi la fate da soli, aprendo il link vedrete una pagina in cui inserire il codice isbn del vostro libro.
Libraccio.it vi dirà subito se potete vendere lì e quanto vi daranno.
Potete essere pagati con:
- buono acquisti su libraccio.it
- bonifico bancario (tolti 1,90 euro di spese)
- paypal (tolti 0,90 euro) .
Create una lista vendita, di almeno 15 euro, e vi manderanno le istruzioni per spedire.
Al conto finale vanno tolti altri 3,90 euro per la spedizione.
-Pro: sapete subito se vogliono o no i libri. Spedire è piuttosto facile. Sapete subito quanto guadagnate.
- Contro: dovete contattare SDA per spedire e accordarvi col corriere, può essere un po' complessa la questione "orario del ritiro". Libraccio.it si riserva di valutare i libri che vi ha "comprato" e se qualche libro non va bene, NON viene restituito. Dovete spedire entro 5 giorni dalla vendita, se no rischiate che non vi paghino. (tutto comunque è meglio spiegato nelle loro FAQ). pagano pochetto, per i libri. Pochetto sul serio.
- Sperimentato: sì.
Che dire? Cosa buona: hanno pagato subito, su paypal. Cose cattive: mi hanno rifiutato 3 libri, stranamente i più "cari" che prima mi avevano accettato. Ovviamente non mi hanno dato spiegazioni del rifiuto e non me li restituiranno, il che mi fa domandare...ma non è che se li rivendono senza dirmi nulla? E' chiaro, è il rischio in questi casi...però insomma...non è una mossa tanto tanto seria, secondo me...Anche perchè i miei libri erano in ottimo stato.

5)Comproevendolibri.it: un sito gratuito, ci si registra e si inseriscono i propri libri da vendere.
- Pro: è gratis, gli annunci non scadono (mi pare). Vedi anche i libri cercati da altri utenti.
- Contro: ci vuole tempo per mettere gli annunci, e ci si deve poi accordare col compratore per spedizione e tutto.
- Sperimentato: ho messo un paio di annunci. Per ora nessun riscontro.


Per il momento, queste sono le strategie che sto usando per far uscire di casa i libri declutterati.
Il mio modus operandi standard segue alcuni passaggi, finchè il libro non se ne va in qualche modo:
- dare un occhio su comproevendolibri.it per vedere se qualcuno cerca il libro che ho
- verificare se libraccio.it lo vuole e quanto lo paga
- portare a mercatopoli
- inserire su comproevendolibri.it e su ebayannunci
- donare alla biblioteca
- donare a zone di bookcrossing o libri gratis.

Come avevo già detto, sono una brutta persona venale, e quindi parto sempre dalla vendita.
Per il momento procedendo in questo modo mi trovo bene. ma se ci sono suggerimenti, li  accetto con giubilo!





lunedì 5 maggio 2014

Del regalare, vendere e (udite udite) buttare libri

I libri sono sempre stati il mio tesoro. E così negli anni ne ho accumulati parecchi. Comprati, regalati, trovati, ereditati.
Un sacco di libri. 

Quando ho sentito l'esigenza di fare davvero decluttering nella mia casa e nella mia vita, i libri non li ho neanche considerati.
Non si regalano/vendono libri. Figurati se si possono buttare.
Avrei riso in faccia a chi me l'avesse anche solo ventilato. O forse l'avrei schiaffeggiato.


E invece. Invece man mano che la mia casa cambia, man mano che le mie consapevolezze cambiano...ecco che anche i libri, amati, adorati, conservati, diventano qualcosa che si può toccare. Che si può considerare ANCHE un oggetto.
I libri hanno sempre un grande valore per me. Anche affettivo. E questa è la loro forza, ma anche il loro veleno. 
Un libro che non amo, un libro che ricorda qualcuno che non va ricordato, un libro che ricorda un passato che mi è stato strappato...un libro così è un libro che non rileggo.
E' un libro che mi spia dalla libreria, è un libro che mi fa distogliere lo sguardo e che non mi permette di dimenticare.

Me ne sono accorta sistemando vecchi regali. Libri con dedica.
Oh, che cosa carina, la dedica...sì sì, magari a volte, ma altre volte trovi la grafia di qualcuno che hai espluso dalla tua vita. Per fare un esempio. E che ti ha pure regalato un libro che non ha nulla a che fare con i tuoi gusti.

E' stato sfogliando uno di quei libri che mi sono detta: ecco, anche lui entra nel club di "via da casa mia".
E così è cominciato il mio decluttering dei libri.
Ne ho ancora tanti, e tanti, e tanti. Ma se ne stanno andando, piano piano, quelli che non voglio più.
Non è una rivoluzione, è più un lavorio costante dentro di me.
Cose che fino a sei mesi fa mi tenevano prigioniera, legata a loro, ora sono state portate via. Sono state vendute, regalate. Persino buttate. 

Eh sì, alcuni libri li ho buttati. Erano rovinati, distrutti...e francamente brutti. Non avrei trovato nessuno di sensato a cui darli.
E' stato liberatorio.
E so che continuerà ad esserlo. Man mano che procedo, si riduce la quantità di libri che sono in dubbio, e inizio ad avere scaffali in cui tutto è lì per il motivo giusto.
O forse è solo il pensiero di questo mese. Magari tra 5 o 6 avrò scavato ancora in me e tra i miei libri, e ne avrò tolti altri.

Ma perchè, quando si fa decluttering, spesso i libri restano magicamente fuori dal turbine?


Un motivo sensato per conservare un libro è "lo tengo perchè lo amo, voglio leggerlo o rileggerlo", o anche "lo tengo perchè lo uso/consulto spesso".
Bene. Ma anche noi grandi lettori e grandi amanti dei libri, non conserviamo libri solo per questi motivi.
Eccone alcuni altri per cui continuiamo a tenere libri di cui potremmo serenamente liberarci:

 
  •  Sentimentalismo. C'è qualche legame affettivo con il libro, e non sempre un legame positivo. Mi ricorda com'ero, mi ricorda una scelta ormai cambiata, mi ricorda questo e quello.
  • Costo. L'ho pagato...se lo rivendo o addirittura lo dò via gratis, avrò perso soldi. 
  •  Faceva parte di un set, di una collana e così via. Eh sì, esistono anche i collezionisti. 
  •  E 'stato un regalo. E se ora lo metto via, cosa penserà chi mi l'ha regalato vent'anni fa, se mai passerà da casa mia e deciderà di passare al setaccio la mia libreria?
  • Averlo in casa fa figo. Ok, ora non è più vero come in passato, ma anche i libri possono essere uno status symbol.
Ebbene, nessuno di questi motivi può essere davvero valido.
Se davvero vogliamo fare spazio, se davvero vogliamo tenere solo cose che amiamo, che usiamo, che ci piacciono, allora superiamo questi ostacoli.
Facciamoci qualche domanda:

- Ho letto questo libro? Se sì,  penso di rileggerlo? Se no, penso di farlo in tempi brevi?

Questa è una domanda semplice e basilare.
Ma potrebbe non essere sufficiente. Perchè potrei rispondermi, autoboicottandomi, "ah non so magari un giorno lo rileggo...chissà..."
Allora chiediamoci, per esempio:

- questo libro è facile da reperire? Nella biblioteca cittadina, per esempio. O online. Molti classici lo sono.

- questo libro lo tengo perchè regalato da qualcuno? Ahah, e quindi? Tenerlo perchè ci sentiamo in colpa a liberarci di un regalo insensato è...insensato.

- questo libro è aggiornato? (nel caso di enciclopedie e manuali). Posso trovare più facilmente altrove le stesse informazioni?

- se dovessi traslocare a breve, vorrei davvero impacchettarlo, trasportarlo (magari pagare trasportatori per scatole e scatole di libri) e poi disfare lo scatolone e risistemarlo?

- se perdessi/mi rubassero questo libro...lo ricomprerei?  


Ecco. Chiediamocelo e rispondiamo sinceramente.
Sinceramente.
E poi, prendiamo coraggio.

E agiamo. (E su questo...al più presto le mie mirabolanti avventure con Libraccio.it) 


venerdì 2 maggio 2014

Libri e non solo. Gli oggetti che escono di casa e la rendono migliore

E' davvero stupefacente vedere quante cose pian piano se ne possono andare.
Ormai siamo circa a metà del mio progetto annuale.
Eh sì, è passato altro tempo. Siamo a maggio e io ho cominciato a dicembre.
Siamo quindi al giorno 146.

Cosa si è aggiunto alla mia lista di oggetti declutterati?:
- messo in vendita*: 25 oggetti
- 24 libri
- 1 peluche

 
- regalato: 21  oggetti
- 1 libro
-  20 capi di vestiario

 - buttato:  3 oggetti
-  1 crema mani scaduta da anni e quasi finita
- 1 thermos che non "teneva"
- 1 lenzuolo piccolo, macchiato e liso


E' sconvolgente. Davvero. Perchè ero sinceramente convinta di avere già tolto dall'armadio tutto quanto era inutile conservare. Ed ero ancora più convinta che i miei amati, amatissimi libri...beh, ormai fossero ridotti all'essenziale.

Declutterare i libri.
I libri.
I libri?!?!
Eh sì. I libri.
I libri sono la mia ultima frontiera.
Perchè i libri sono speciali, perchè i libri sono amori, perchè i libri non sono oggetti.
EH?! Aspetta.
I libri NON sono oggetti?!?!?! Ah no?
Sono fatti di carta, colla e inchiostro. Occupano spazio. Necessitano di essere spolverati, sistemati.
SONO oggetti.
Oggetti "speciali", per me. Saranno sempre speciali.
Ma ora che ho capito che in realtà anche loro sono oggetti, che anche dei libri posso liberarmi se non li amo più, o se non li ho mai amati, sto meglio.
E la mia libreria comincia a respirare.
Pochi giorni fa ho contattato il Libraccio.it per vendere libri (questo meriterà un post a parte).
E non libri qualsiasi.
I libri universitari della mia prima laurea. La laurea che ho amato, che ho scelto, che ho studiato allo sfinimento e che porto nel cuore.
Sono lì' da oltre 10 anni. ERANO lì da oltre 10 anni.
Ora devo solo perfezionare la vendita, e un enorme scaffale della mia libreria vita si vuoterà.
Certo, è spazio libero. Ma è anche altro.
E' consapevolezza che quel tempo è finito. Che la vita poi mi ha portato altrove. Ad altre scelte.
Che quei testi non li userò più, non io.
E ora, a non averli davanti, ma già impilati nello scatolone, mi accorgo di quanto mi addolorava, ogni giorno, averli lì. Averli davanti, a ricordarmi quello che ero una volta.
A ricordami che ho dovuto fare scelte non facili.
Scelte che ormai sono consolidate, che ora sono parte del quotidiano.
A che scopo allora costringermi ogni giorno a ricordare quel passato? I bei ricordi ce li ho lo stesso. E ora mi sento davvero meglio. 

Riassumendo, dopo questo primo conteggio, siamo a:

 - messo in vendita*: 67  oggetti
- 58 libri
- 4 capi di vestiario
- 1 paio di scarpe
- 1 sveglia
- 2 peluche
- 1 cd

- regalato:  46 oggetti
- 6 soprammobili
- 29 capi di vestiario
- 6 pezzi di biancheria (asciugamani, lenzuola...)
- 1 servomuto
- 3 stoviglie (pentole, piatti...)
- 1 libro

 - buttato: 30 oggetti
- 6 soprammobili
- 5 cd masterizzati
- 3 stoviglie sbeccate
- 2 cosmetici
- 10 paia di scarpe
- 2 imballaggi speciali
- 1 thermos
- 1 lenzuolo


Totale: 143 oggetti.
Ancora non ho raggiunto l'obiettivo "un oggetto al giorno", ma insomma..ci stiamo avvicinando. E comunque sia...143 oggetti, in 146 giorni? Se vedeste quanto è piccola casa mia vi chiedereste, come me...ma dove diavolo era, tutta questa roba???

...to be continued!

giovedì 24 aprile 2014

...finirà buttato via.


I romanzi vecchiotti di Palahniuk sono tra le mie letture preferite. Non Fight Club, che nella mia classifica personale sta ben sotto a Soffocare, o al grandioso Ninnananna.
Ma anche in Fight Club ho sempre trovato spunti interessanti.
Come questo.
Tutto quello di cui potrai mai andare fiero finirà buttato via.*

Sto ripensando a questa cosa, nelle ultime settimane. E mi trovo ad essere sempre più d'accordo.
All'inizio pensarci mi ha fatto sentire triste. Poi qualcosa è cambiato,e  non capivo bene cosa.
In ogni caso, lo trovavo e lo trovo vero: gli oggetti, le cose, le cianfrusaglie, le foto, le lettere ...tutto ciò che PER ME è bello è prezioso è un ricordo e così via...per qualcun altro un giorno non sarà altro che roba in più di cui liberarsi.

E' successo a me con mia nonna. Per dirne una.
La sua casa stipata di cose. Quasi tutte finite nella pattumiera, o dal robivecchi. 
Oggi guardo casa di mia suocera, sempre più piena, sempre più murata di oggetti oggettini ricordi souvenir cose. Guardo quella casa con l'occhio di chi, un giorno, dovrà occuparsi di sgomberare impacchettare spostare gestire.
Guardo quella casa e penso alla casa dei miei genitori, molto meno piena, molto meno traboccante, ma sempre troppo, troppo farcita di cose di oggetti di tutto.
Cosa faremo, poi, di tutte quelle cose?
Dovremo trasportarle noi, negli scatoloni, forzando le braccia, asciungandoci il viso dal sudore e starnutendo per la polvere che sempre si sprigiona.
Noi. Io e mio marito. Saremo noi i depositari di tutte quelle cose ormai svuotate di significato.
Ci pensavo mentre mettevo mano alla libreria, indecisa se portare o no via alcuni libri.
Ci pensavo e mi è tornato in mente Fight Club.

Se la nostra via finirà come pare sia destinata a finire, noi due e basta a condividerla, chi mai si occuperà di svuotare la nostra casa e imballare le nostre cose per portarle...dove?
Nessuno. O forse qualcuno lo fa comunque. Immagino di sì. Le case vengono svuotate e tutto viene buttato.

E' un po' triste a pensarci, nulla avrà importanza, prima o poi.
Ma d'altro canto...d'altro canto...pensandoci ancora...questo non fa che incitarmi ad accumulare meno: A tenere solo ciò che davvero voglio.

Un giorno tutto finirà buttato via, è inutile che io mi affanni a riempirmi di cose come se questo mi rendesse immortale.

Le cose, per quanto ora mi sembrino irrinunciabili, un giorno verranno guardate e gettate senza un pensiero.

Non so come spiegarla, la sensazione di leggerezza che avverto affiorare sotto la tristezza.
In fondo niente è così importante, nulla che venga usato fino a consumarsi è poi così irrinunciabile. Ciò che io amo ha valore per me. Adesso. Posso godermelo ora. Perchè tanto nessuno lo farà poi al mio posto.
Forse un giorno qualcuno vorrà tenere un ricordo della mia esistenza, una foto, o un libro. O che so. Ma UNA foto, o UN libro. E tutto il resto sarà solo altra spazzatura da portare via.
Con questa consapevolezza in mente, inizio a muovermi più leggera in casa.
E a rendere a sua volta più leggera la casa.




* Fight Club, C. Palahniuk


domenica 5 gennaio 2014

Il progetto 365 continua

Circa un mese fa ho scritto del mio progetto dei 365 oggetti (uno al giorno).
Non esattamente un progetto nuovo o originale, non sono certo la prima persona a farlo!
Ma PER ME è un progetto nuovo, e non sempre facile.
Dopo le grandi pulizie passate, ora si lavora più "di fino", e si inizia a scavare negli oggetti tenuti in casa perchè
- sono un regalo
- sono costati tanto
- sono un ricordo
- sono un libro.
Soprattutto sui libri ho molto da lavorare, mi rendo conto.
Casa nostra è piccola, la libreria occupa un'intera parete e i libri ora hanno invaso anche l'unico altro mobile a scaffali di casa (cucina a parte). E' ora di liberarsi dei libri orrendi, inutili, che non leggerò mai più o che magari possiedo in 2 o 3 copie.
Devo dire che fino a poco tempo fa avrei creduto impossibile, per me, dare via, vendere o regalare i miei libri. Ma ora che ci sto prendendo la mano, con il decluttering...beh...inizio a vedere che anche questo è possibile!!!

Tornando però al famoso "oggetto al giorno", non sono stata con le mani in mano.
Ho approfittato di un mercatino di natale per raccolta fondi di un ente di ricerca. Mi hanno chiesto se avevo qualche oggettino con cui contribuire e ho donato:
- una candela a forma di angelo (arrivata da una collega circa 2 giorni prima)
- una specie di cestino con dentro dei gattini di peluche
- un portamestolo a forma di cuoco
 E la soddisfazione è stata che i miei oggettucoli sono stati subito comprati da avventori del mercatino, per la gioia dei volontari!
Ho messo nella raccolta di vestiti della caritas:
- 3 maglioni
- 2 gilet di lana
- alcune canottiere .
Ho messo in vendita (e se tutto va bene ho anche trovato l'acquirente) le super ingombranti casse del computer che non uso più.
Ho buttato nel cestino 4 soprammobili così orrendi e inutili che vegetavano nascosti in un angolo da anni, tanto che li avevo dimenticati, 2 piatti sbeccati e una tazza ormai sgretolatissima anch'essa.
Sono solo 17 oggetti, quindi meno di uno al giorno, ma a mia discolpa dico che sono stata bloccata per una settimana intera causa malattie mie e altrui.
Ho però intenzione di rifarmi, e lo farò prendendo le redini della mia libreria.
Ho già contattato uno dei tanti negozi Mercatopoli che ci sono qua intorno. Avevo pensato anche a Melbookstore, ma non mi sono trovata bene la volta prima, quindi si cambia.
Ho già pronto lo scatolone, e da domani: via un libro al giorno per almeno 10 giorni. E poi via, senza rimorsi, che già sono una grande amante delle biblioteche, posso diventarlo ancora di più!


sabato 2 febbraio 2013

L'economista mascherato. Una lettura interessante



Sottotitolo: L'insospettabile logica che fa muovere i soldi

Lo conoscete? Lo avete letto?


E' stato scritto qualche anno fa da T. Harford, giornalista di origini inglese, che ora vive negli USA. Della sua biografia ci può importare che: è stato consulente economico di alcune grandi compagnie petrolifere,  ha collaborato con la Banca Mondiale, e insomma..si occupa pesantemente e seriamente di economia.

Ora, io sono una grande lettrice, ma l'economia non è mai stata tra le mie tematiche preferite.
Anche perchè spesso i libri che trattano l'argomento sono troppo tecnici per me.
Ultimamente però sto cercando di informarmi meglio, partendo da testi di stile più divulgativo.
Ecco il perchè di "L'economista mascherato".
In questo "saggio" l'autore esplora il mondo dell'economia e di "come girano i soldi".

I ragionamenti sono piuttosto interessanti, per esempio risponde alla domanda: chi paga davvero il vostro caffè? Perchè il caffè equo e solidale costa di più? Perchè i supermercati dispongono i prodotti in un certo modo?

Certo, alcuni discorsi sono calati nel mondo americano, e non completamente trasferibili nel nostro. Ma è una lettura che dà da pensare.

Alcune idee le avevo già lette e altre le avevo anche intuite da sola...ma rileggerle scritte bene, e in modo chiaro, aiuta sempre.

Io ho trovato il libro in biblioteca, non dubito che possiate farlo anche voi o acquistarlo in una qualsiasi libreria, ma intanto voglio condividere alcune piccole cose che ci riguardano.
Ci riguardano  come consumatori, come clienti di negozi e supermercati. Come persone che vogliono capire un po' meglio come spendono i loro soldi.

Nel prossimo post vedremo cosa dice Harford a proposito di banane biologiche e non. E aggiungerò la mia personale esperienza con un addetto al servizio clienti del Mulino Bianco.